smartworking

Report sul lavoro dell’AISM Associazione Italiana Sclerosi Multipla

In occasione del 1 Maggio, festa dei lavoratori, condividiamo i dati pubblicati nel report dell’Associazione che rileva che tra gli under 29 con disabilità, solo il 5% ha un lavoro.

Una persona con sclerosi multipla su due non ha mai trovato il lavoro per cui era qualificato a causa delle implicazioni della malattia e dell’inadeguatezza del contesto lavorativo.

È questa la denuncia dell’Associazione Italiana Sclerosi Multipla (AISM) che da anni segue la condizione occupazionale delle persone colpite da questa malattia invalidante. La pandemia, poi, non ha fatto che rafforzare le barriere all’ingresso del mercato del lavoro per le persone con disabilità.

Da un lato la precarietà nei meccanismi di mantenimento del lavoro per le categorie più fragili si è acuita ulteriormente: un giovane lavoratore con sclerosi multipla su 4 dichiara di aver perso il proprio lavoro a causa del contesto prodotto dal Covid, mentre il rischio aggiuntivo dell’infezione avrebbe provocato per il 14% dei lavoratori, nel 2021, l’interruzione del rapporto di lavoro. Di fatto molti lavoratori fragili hanno vissuto il dilemma tra preservare salute e sicurezza rispetto al mantenimento del lavoro.

Riporta il report dell’associazione AISM

D’altro lato l’estensione dello smartworking ha permesso a quasi 3 occupati con sclerosi multipla su 4 (74,3%) di continuare a lavorare.

A tal proposito Paolo Bandiera, direttore degli Affari Generali dell’AISM, sottolinea come lo smartworking sia un tassello fondamentale per permettere la realizzazione civile di un diritto al lavoro “che sia davvero universale, nel rispetto della sicurezza e della dignità di tutti”

Lo smartworking …un lascito virtuoso, una prassi lavorativa, che la pandemia ci sta consegnando e che le parti sociali del nostro Paese devono custodire e strutturare al meglio, soprattutto per quei milioni di cittadini che da decenni aspettano di vedersi riconosciute paritarie possibilità di accesso e mantenimento del lavoro. Deve però essere applicato badando sempre alla piena inclusione della persona senza disperdere il capitale relazionale che è un fattore essenziale di ogni percorso lavorativo, ancor più rispetto a persone con disabilità.

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