Inps Assegno mensile invalidi civili

Assegno mensile invalidi civili parziali: severa restrizione da parte dell’INPS

L’INPS con la circolare pubblicata il 14 ottobre 2021 ha ufficialmente cambiato le carte in gioco per quanto riguarda l’assegno mensile destinato agli invalidi civili parziali.
Si ricorda che tale assegno viene erogato in tredici rate mensili a persone di età compresa tra i 18 e i 67 anni (dopo i 67 anni muta in assegno sociale), con invalidità riconosciuta tra il 74% e il 99%, che non svolgano attività lavorativa (per il 2021 l’importo mensile è di 287,09 euro e il limite di reddito personale di 4.931,29 euro). Quindi per un certo periodo di tempo, svolgere un lavoro che non facesse superare il limite minimo di reddito stabilito per l’erogazione dell’assegno era considerato al pari dell’inattività lavorativa e perciò non era un fattore che precludeva la possibilità di beneficiare dell’assegno. Adesso invece, come si può leggere nella seguente circolare (INPS – Messaggio numero 3495 del 14-10-2021), tutti coloro che desiderano beneficiare ancora dell’assegno mensile invalidi civili parziali, dovranno dimostrare di non svolgere alcuna attività lavorativa, neanche minima, che produca reddito, e anche se inferiore ai 4.931,29 euro annui.

Una vera e propria restrizione che non è passata inosservata. Molte sono già le polemiche e le preoccupazioni, soprattutto per le famiglie che vedono limitata la possibilità di qualsiasi lavoro o inserimento per le persone con disabilità. Sulla questione sono intervenuti varie organizzazioni come per esempio: UNIAMO-FIMR (Federazione Italiana Malattie Rare e il CoorDown (Coordinamento Nazionale Associazioni delle Persone con Sindrome di Down) , le quali si sono mostrate fin da subito in disaccordo con questa novità e hanno rivolto un appello al Parlamento e al Governo, affinché possano rimediare a questa ingiustizia.
Anche Fish (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) e Fand (Federazione tra le Associazioni Nazionali delle Persone con Disabilità) come riportato nell’articolo del 20 Ottobre (Invalidità o lavoro: incontro con la ministra Stefani sulla nota dell’Inps (20/10/2021) – Vita.it) si sono fatte sentire
chiedendo un incontro con la ministra per le Disabilità Erika Stefani, al fine di risolvere questo problema che per molti risulta essere “un’ingiustizia normativa”.
Ciò che fa più rabbia a molti è il fatto che non si comprenda come lo stato possa obbligare queste persone a fare una scelta: lavoro o assegno, senza permettere delle alternative. Eppure il nostro paese, secondo la Costituzione, è una repubblica democratica fondata sul lavoro, il cui diritto dovrebbe essere riconosciuto a tutti.

Non ci resta che aspettare e sperare affinché questa restrizione venga abolita nel rispetto di tutti, soprattutto nel rispetto di coloro che andrebbero tutelati perché più fragili.

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