Istat mercatodel lavoro 2021

Il mercato del lavoro 2020

Una crisi senza precedenti

Il rapporto Istat 2021, frutto del lavoro congiunto del Gruppo di lavoro tecnico e del Comitato d’Indirizzo dell’Accordo tra Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, Istat, Inps, Inail e Anpal.

IL MERCATO DEL LAVORO 2020 – UNA LETTURA INTEGRATA

I dati macroeconomici mostrano i caratteri straordinari e pervasivi degli shock indotti nel 2020 dalla pandemia e dalle necessarie misure di contrasto, manifestatisi dopo una fase di progressivo rallentamento della crescita. La natura selettiva delle misure di contenimento e gli ammortizzatori sociali messi rapidamente in campo, con un generale allentamento dei vincoli di bilancio (non solo nell’Ue), hanno rappresentato un elemento di grande novità e caratterizzato profondamente le reazioni registrate sul mercato del lavoro.

A ciò si aggiunge la sequenza ravvicinata e di diversa intensità delle misure adottate, condizionate al rapido succedersi delle varie fasi della pandemia:
avvio e acuirsi della crisi nel primo semestre, rimbalzo significativo ma parziale nel terzo trimestre, nuova possibile compressione delle attività di fronte alla nuova fase pandemica avviatasi a metà ottobre.

Le stime mensili degli occupati indicano una sostanziale stagnazione nei primi due mesi del 2020, una forte caduta soprattutto a marzo e aprile, segni di ripresa a partire da luglio e ancora presenti a novembre, benché deboli, dovuti probabilmente alla forma più leggera delle misure di lockdown, agli interventi a sostegno delle attività economiche e, più in generale, al dispiegarsi di processi di apprendimento e adattamento.

La perdita di occupazione registrata tra febbraio e giugno 2020 (-542 mila unità) è stata per metà recuperata tra luglio e novembre con un bilancio complessivo di 300 mila occupati in meno rispetto a febbraio; le flessioni si sono concentrate soprattutto tra i dipendenti a termine e, in misura inferiore, tra gli indipendenti, a fronte di un incremento dello stock di dipendenti a tempo indeterminato. Questo provvisorio bilancio risente della natura dei provvedimenti di sostegno dell’occupazione, con la presenza di un’ampia gamma di ammortizzatori sociali, scaricandosi di più sulle ore lavorate, che hanno svolto un ruolo di “spugna” sui livelli di occupazione: si tratta di un elemento distintivo che, insieme al carattere intenso e di brevissimo periodo del ciclo pandemico, rende decisamente straordinaria questa fase congiunturale.

Nel mercato del lavoro, resta rilevante lo svantaggio delle persone con disabilità.
Il welfare e il sistema di trasferimenti sociali, finalizzati a compensare le minori capacità di reddito, svolgono un ruolo fondamentale.

Grazie ai trasferimenti sociali legati alla disabilità, l’incidenza del rischio di povertà tra le famiglie con disabili non supera quello osservato a livello nazionale. Tuttavia non sono sufficienti a garantire condizioni di vita analoghe al resto della popolazione, e ciò a causa dei costi aggiuntivi, di natura medica e sanitaria, indotti proprio dalla disabilità. Il nostro sistema di protezione sociale assegna un ruolo centrale agli Enti locali (Legge quadro n.328 del 2000), in particolare ai Comuni, i quali erogano interventi e servizi finalizzati a garantire l’attività di cura e supporto per l’integrazione sociale.

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